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Abitudini digitali dopo il coronavirus

abitudini digitali

Indice contenuti dell'articolo

Come sono cambiate per gli italiani le abitudini digitali dopo il coronavirus?

L’analisi sulle abitudini digitali dopo il coronavirus è molto importante: durante il lockdown tanti italiani si sono riscoperti chef e pizzaioli ma una cosa che ha accomunato quasi tutti è stato il tempo passato davanti allo schermo del computer o della tv, per vedere film, serie tv, giocare, navigare, postare sui social e fare acquisti.

L’obbligo di rimanere a casa ha inoltre determinato un mutamento nella percezione dell’utilità della tecnologia e nelle abitudini della popolazione in relazione ad essa.

L’impossibilità di spostarsi, se non per gli acquisti essenziali, ha amplificato il bisogno di sfruttare la rete per sopperire alle attività che richiedevano la presenza fisica, creando anche nuovi bisogni temporanei.

Abbiamo trascorso più tempo a fare cose che facevamo già prima, ma abbiamo anche imparato a fare nuove cose con l’aiuto delle tecnologie di rete.
Ad esempio, abbiamo sviluppato un desiderio quasi spasmodico di intrattenimento e comunicazione, dettato probabilmente dalla voglia di evadere dalla “prigionia” domestica.

Secondo McKinsey, dall’inizio dell’emergenza Covid-19 il 64% degli italiani ha incrementato la fruizione di contenuti online ed il 62% l’uso dei videogiochi e chat.
Allo stesso tempo abbiamo anche iniziato, per condizione forzata, ad usare alcuni strumenti di apprendimento e di lavoro a distanza. Il 57% ha usato per la prima volta gli strumenti per la scuola a distanza ed il 42% quelli per videoconferenze a scopo professionale (dato anche più alto rispetto a quello di Francia e Germania).

Articolo abitudini digitali acquisti 2

Ma a cambiare sono state anche le abitudini di acquisto…

Una recente ricerca di Revolut, app del settore finanziario, ha rilevato l’aumento del numero di persone che comprano su internet, non solo per acquistare generi alimentari o tecnologia, ma anche per ricevere altri tipi di prodotti. Tra gli esempi troviamo l’aumento del +188% delle vendite di Playstation (e le percentuali sono alte anche per Steam e Nintendo), così come sono aumentate le transazioni relative ai servizi di streaming come Netflix, Spotify etc.

Si sono visti aumenti anche per le maggiori realtà dell’e-commerce (Aliexpress, Apple, Amazon etc.) ed i report di settore fanno emergere che, mentre sono crollate le ricerche per viaggi o spostamenti (tramite siti come Booking, Trenitalia o Flixbus), sono invece cresciute le ricerche per cibo da asporto e food delivery (come e Glovo e Just Eat).

E per quanto riguarda lo shopping?

Gli acquisti online stanno costantemente aumentando, a discapito di quelli nei negozi fisici che soffrono il distanziamento sociale e le varie difficoltà (come quelle legate al provare abiti) che si riflettono sul comportamento collettivo. Per questo motivo, i brand si stanno adeguando al cambiamento proponendo sempre più servizi alternativi.

Una delle cose a cui si stanno interessando i brand sono le consulenze in videochat (una sorta di personal shopper in grado di consigliare cosa acquistare in base alle esigenze) , che si svolgono in tempo reale e permettono anche la partecipazione di terze persone, come amici o genitori, utili per avere pareri aggiuntivi.

Durante la sessione di video chat il cliente può acquistare il prodotto tramite le immagini che scorrono e farsi recapitare gli abiti o accessori direttamente a casa, come si fa normalmente con l’e-commerce. 

In sostanza, il coronavirus e la sfiducia delle persone nel fare acquisti in negozi fisici hanno spinto i brand a pensare un modo per mixare lo shopping online ed il ruolo dei commessi nei negozi, oggi personal shopper a distanza.

Alcune boutique di lusso (come Burberry, Ferragamo, Prada e via dicendo…) avevano permesso ai clienti di fare una sorta di tour virtuale delle boutique già prima del covid. Oggi stanno nascendo degli show-room digitali con camerini in 3D, dove il cliente può acquistare da casa e vedere il negozio tramite la realtà aumentata e l’intelligenza artificiale.

Si potranno provare abiti anche online

Le grandi aziende sanno che già l’e-commerce ha superato il negozio fisico nelle vendite, anche le catene low cost come Zara ed H&M ne sono consapevoli, per questo stanno puntando più sulle vendite online e sulle tecnologie di integrazione delle vendite.

Il noto portale Yoox Net-a-Porter, ad esempio, ha pensato ad un nuovo servizio in cui le nuove tecnologie saranno in grado di rispondere alle domande degli utenti, sulla scelta di colori, materiali e modelli. Gli utenti potranno addirittura indossare virtualmente un capo, osservandolo sul proprio corpo tramite la “realtà virtuale”. Fino a che non si riuscirà a tornare alla normalità, insomma, i marchi e le aziende di abbigliamento punteranno sempre di più ad abbinare i servizi online a quelli dati dai negozi fisici, con una sorta di interazione aggiuntiva che, di fatto, cambia il modo di fare acquisti.

Ricordatevi della sicurezza!

Il mondo digitale è pieno di insidie, se siete interessati ad essere sempre aggiornati in materia di acquisti online vi consigliamo di leggere gli altri articoli del magazine che trattano la materia, come l’articolo: “Acquistare online in sicurezza: i nostri consigli

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